Cremona, via Legione Ceccopieri
Agosto 2017
Bandiera catalana (Girona, agosto 2017).
È già scritto tutto nel titolo.
Immagine: Berlino, 3 marzo 2014.
Immagine: cappella dedicata alla Madonna del Capriolo (1946), nei pressi del rifugio Agostini.
Val d'Ambiez (San Lorenzo in Banale - TN).
Le relazioni che rendono un insieme di edifici una città non possono essere facilmente smontate e rimontate, come fossero mattoncini giocattolo, o pezzi di un puzzle che ammetta più di una soluzione.
Non ammettono forzature.
Per formarsi hanno bisogno di tempi lunghi (di certo più lunghi di un mandato elettorale) e forse di qualcosa di ancora più fondamentale: l'assenza di uno scopo altro da esse stesse.
A vedere cosa va per la maggiore sembrerebbe che l'unico modo di creare relazioni sia quello di mettere tante persone dentro un luogo (rigorosamente climatizzato) dove possano acquistare cose, e lasciarle rimbalzare una contro l'altra.
Da cui l'estrema, fondamentale perché potenzialmente rigenerante, esigenza di costruire sempre più luoghi del genere.
Ora, concesso che in pianura padana il caldo non scherza, mi viene da pensare che chi con sdegno fa notare che le nostre piazze sono invase dagli immigrati, sotto sotto prova una minima invidia del fatto che esistano persone capaci di stare in un luogo dove non si possa comprare assolutamente niente.
E senza aria condizionata.
Immagine: Cremona, Via Sesto.
Ci sono manichini che attirano l'attenzione per lavoro e manichini che lo fanno per pura passione.
Fotografando in campagna a volte capita di non riuscire a trovare la tensione visiva desiderata. Una dei modi per non ritenere di aver sprecato troppa pellicola è quello di cercare ciò che campagna non è.
Il problema che resta è quello di capire che cosa, davvero, è stato fotografato.
Anche gli occhi, ancora prima della macchina fotografica, devono trovare una consuetudine con quello che vedono.
Immagine: Cremona, Motorizzazione Civile.
Quando non so cosa fare faccio una fotografia.
Dato che non so giocare a calcio, questo è stato il caso.
La città sospesa è un libro fotografico.
Il suo scopo è dare a chi lo scorra una delle infinite possibili ricostruzioni visive della città oggetto dell’indagine, Cremona.
Poco ha influito il fatto che Cremona è il luogo nel quale sono nato e dove ancora vivo: ho percorsa la città come se non l’avessi mai visitata, tornando e ritornando su alcuni luoghi che non si sono lasciati fotografare alla prima occasione.
Proprio a quei luoghi, quelli che più resistono l’essere guardati con disattenzione, ho deciso di dedicare il maggior spazio nel libro.
I quartieri popolari, la cinta periferica, le nuove edificazioni, le zone di frangia tra la città e la campagna.
Sarà perché in quei luoghi ci sono nato: è quella parte di personalità che non si può togliere nemmeno dalla più imparziale delle rappresentazioni.
Lo sguardo che ho messo in pratica è stato quello fondato sul rispetto dovuto ad ogni luogo da vivere.
Forse, in questo senso avrei potuto fotografare qualsiasi altra città: l’unico accidente del caso è che sono nato a Cremona.
Dopotutto le differenze tra città e città sono in numero minore di ciò che le rende simili.
Immagine: Cremona, Piazza Stradivari.